Non so se sia stata una vendetta da parte delle Ferrovie dello Stato, che Dio le stramaledica da qui all'Eternità, per le mie non troppo lusighiere opinioni espresse in post precedenti sullo stato delle Ferrovie dello Stato, che Dio le stramaledica da qui all'Eternità. Fatto sta che oggi le care Ferrovie dello Stato, che Dio le stramaledica da qui all'Eternità, mi hanno riportato ai bei tempi in cui, quand'ero ggiovane, giocavo a tennis, amatorialmente s'intende, e tale sport mi stimolava delle variazioni davvero notevoli sul tema della bestemmia. Allora, dovete sapere che il quotidiano El País ha promosso anni fa, a distanza di tempo, due raccolte di film dal titolo "Un País de Cine" e "Un País de Cine 2", entrambe composte da 45 dvd a cadenza settimanale, il meglio del cinema spagnolo, con molti classici anche difficili da trovare. Ora c'era questo tizio delle Canarie che su eBay vendeva tutta la prima collezione a 70 euro. Stavo seguendo l'asta, avevo fatto la prima offerta. L'asta scadeva oggi alle 21.10. Gli avevo anche scritto che mi assentavo fino a quasi le nove, male che andasse, per andare a lavorare ma che poi mi sarei collegato prima che scadesse il tempo per eventualmente rilanciare. Non avevo contato con le Ferrovie dello Stato, che Dio le stramaledica da qui all'Eternità. Di solito prendo il treno a Udine alle 18.07 che arriva a Venezia alle 19.56. Cerco di prendere quello perché quello successivo, che parte solo 22 minuti dopo, ci mette però quasi mezz'ora in più ed è inoltre una vergogna di treno la cui caratteristica distintiva è di soffiare dal condizionatore aria a temperatura da geiser, dentro si sta male dal caldo, ve lo giuro sulla testa delle Ferrovie dello Stato, che Dio le stramaledica da qui all'Eternità. Purtroppo sapevo che oggi non sarei riuscito a prendere quello prima, ma anche con il cesso di treno seguente potevo riuscire a tornare in tempo utile.
Sì, ciao.
Partiamo alle 18.29 e dopo qualche minuto viaggiamo a finestrini aperti, con la bella sensazione del geiser di aria bollente che esce dall'alto scontrandosi con l'aria fresca dal di fuori, microclima sufficiente a stroncare qualunque essere vivente nello spazio di dieci minuti, anche perché è il più adatto alla formazione dei famosi tornado, che non escludo di vedere all'interno dello scompartimento nei prossimi giorni, magari portandosi via qualche stronzo maleducato. Oggi però sono stoico e pur con il rumore assordante della carrozza dai finestrini aperti, pur con il lato sinistro ghiacciato e quello destro cotto, non facendo troppo caso ai passeggeri che ogni tanto vengono risucchiati dalle turbolenze e scaraventati sui binari, me ne sto con le cuffiette attaccate al mac ascoltando la colonna sonora di Into the Wild e traducendo allo spagnolo un articolo sulla guerra civile. Poi comincia l'abisso. Ci fermiamo. Non so dove. Non so per quanto tempo. Passa un controllore trafelato: "ritardo imprecisato", "problemi tecnici", "le cavallette". Gente affacciata ai finestrini. Qualcuno comincia il suo eterodosso rosario. Poi ci muoviamo, ma lenti, molto lenti. Una fermata. Altra lunga sosta per passaggio a livello secondo me inesistente. Mi viene da urlare, "Oh, casellante, quanti ne passano?"*. Alla fermata successiva, il coup de théâtre, tutti giù per terra, si cambia treno. Applausi scroscianti. Arrivo alla stazione di Venezia delle Ferrovie dello Stato, che Dio le stramaledica da qui all'Eternità, quasi alle 21.30, a casa dieci minuti dopo. Apro il mac, mi collego, l'asta è chiusa, l'ho persa. Qualcuno si è portato via i miei 45 dvd a 73 euro e 50, che Dio ti stramaledica da qui all'Eternità, te e le Ferrovie dello Stato.
Sì, ciao.
Partiamo alle 18.29 e dopo qualche minuto viaggiamo a finestrini aperti, con la bella sensazione del geiser di aria bollente che esce dall'alto scontrandosi con l'aria fresca dal di fuori, microclima sufficiente a stroncare qualunque essere vivente nello spazio di dieci minuti, anche perché è il più adatto alla formazione dei famosi tornado, che non escludo di vedere all'interno dello scompartimento nei prossimi giorni, magari portandosi via qualche stronzo maleducato. Oggi però sono stoico e pur con il rumore assordante della carrozza dai finestrini aperti, pur con il lato sinistro ghiacciato e quello destro cotto, non facendo troppo caso ai passeggeri che ogni tanto vengono risucchiati dalle turbolenze e scaraventati sui binari, me ne sto con le cuffiette attaccate al mac ascoltando la colonna sonora di Into the Wild e traducendo allo spagnolo un articolo sulla guerra civile. Poi comincia l'abisso. Ci fermiamo. Non so dove. Non so per quanto tempo. Passa un controllore trafelato: "ritardo imprecisato", "problemi tecnici", "le cavallette". Gente affacciata ai finestrini. Qualcuno comincia il suo eterodosso rosario. Poi ci muoviamo, ma lenti, molto lenti. Una fermata. Altra lunga sosta per passaggio a livello secondo me inesistente. Mi viene da urlare, "Oh, casellante, quanti ne passano?"*. Alla fermata successiva, il coup de théâtre, tutti giù per terra, si cambia treno. Applausi scroscianti. Arrivo alla stazione di Venezia delle Ferrovie dello Stato, che Dio le stramaledica da qui all'Eternità, quasi alle 21.30, a casa dieci minuti dopo. Apro il mac, mi collego, l'asta è chiusa, l'ho persa. Qualcuno si è portato via i miei 45 dvd a 73 euro e 50, che Dio ti stramaledica da qui all'Eternità, te e le Ferrovie dello Stato.