
"Tale è la trappola in cui sono solite cadere le famiglie parvenu, prive di visione, che hanno consumato l'esistenza con il coltello sul preventivo e la forchetta piantata sul risparmio. Quando arriva il momento di investire i loro risparmi, si sbagliano, si sbaglieranno sempre, non per niente si sono sempre rifiutate di imparare la scienza dello spendere. Io non so […] se è vero che il denaro attrae il denaro; ma ciò che sì posso assicurare è che il risparmio attrae la rovina. E di fronte a tale assioma si comprende che esiste uno stato di falso benessere fondato sul risparmio molto più pernicioso e nocivo della Rovina stessa la quale, come diceva il vecchio Temistocle, ci preserva sempre da un'altra maggiore." (trad. s|a)
Non vale solo per il denaro, naturalmente. Si riferisce all' apprendimento del rischio, e alla tensione tra trattenere e lasciare. Esiste anche una "città invisibile", Bersabea, in cui gli abitanti "accumulano metalli nobili e pietre rare, rinunciano agli abbandoni effimeri, elaborano forme di composita compostezza" credendo in questo modo di accumulare virtù e felicità e privandosi invece della gioia dell'abbandono, della generosità, dello staccare da sè. Ma la luce arriva a Bersabea da un astro fatto invece di tutte le cose buttate, e le comete nella volta celeste sono mosse dall'energia del "solo atto libero e felice di cui sono capaci gli abitanti di Bersabea, città che solo quando caca non è avara calcolatrice interessata." (Italo Calvino (1972), Le città invisibili, Milano, Mondadori, 1993, p. 112)
Non vale solo per il denaro, naturalmente. Si riferisce all' apprendimento del rischio, e alla tensione tra trattenere e lasciare. Esiste anche una "città invisibile", Bersabea, in cui gli abitanti "accumulano metalli nobili e pietre rare, rinunciano agli abbandoni effimeri, elaborano forme di composita compostezza" credendo in questo modo di accumulare virtù e felicità e privandosi invece della gioia dell'abbandono, della generosità, dello staccare da sè. Ma la luce arriva a Bersabea da un astro fatto invece di tutte le cose buttate, e le comete nella volta celeste sono mosse dall'energia del "solo atto libero e felice di cui sono capaci gli abitanti di Bersabea, città che solo quando caca non è avara calcolatrice interessata." (Italo Calvino (1972), Le città invisibili, Milano, Mondadori, 1993, p. 112)
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