soglia di attenzione

mercoledì 30 aprile 2008

iniziativa interessante

UNIVERSITA’ CA’ FOSCARI DI VENEZIA
Centro Interateneo per la Ricerca Didattica e la Formazione Avanzata di Venezia
GIORNATA DI STUDIO

Pensare in rete
Blog e ricerca universitaria


UNIVERSITA’ DI VENEZIA – FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA
SALA CONFERENZE (piano terra)

Sabato 17 maggio 2008

Prima parte. Gli esiti di cinque mesi di sperimentazione in rete. Le ipotesi dei blogger, le domande dei docenti.
Ore 9.00- 13.00
Moderatore: Umberto Margiotta, Prorettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e coordinatore del progetto Ibrid@menti
I dati di Ibridamenti e i grafici sul PENSARE IN RETE
Maria Maddalena Mapelli (madmapelli) Pensare in rete: l’esperienza di Ibridamenti (Ca’ Foscari-Ve) (15 minuti)
Roberto Lo Jacono, Ibridamenti: storia di un’idea che connette (Splinder) (10 minuti)

I quattro “eventi critici” del mese di gennaio 2008 e che segnano il passaggio da un solo approccio metodologico a tre.

1) Germano Milite (pensierobondo), L’avatar specchio. (10 min)
2) Dario Carta (evenevil), dall’on all’off per immagini (10 min)
3) Pasquale Esposito (eventounico), L’utente anonimo come riflesso della comunità (10 min)
4) Daniele Muriano (maledettamente bene), Il riflesso avatar (10 min)
5) Emma Ciceri (emmart), La sfida delle mappe: si riparte da tre (10 min)

il punto di...
Tiziano Scarpa, La parol/azione
Andrea Bruni (contenebbia) La Cineblogger Connection
Paolo Melissi (melpunk), La scrittura che connette
pausa 11. 15- 11.30

Il blogging e l'arte di connettere
Barbara Caputo (barbara34), Connettere, solo connettere. Un'etnografia delle immagini nei blog(Lab/antr/media Bicocca-Mi)
Simona Marchi (MSsenzafiltro), Lo scambio di oggetti: nuovi legami in rete, (La Sapienza,Roma)
Stefano Ciulla, I Blog e l’identità connessa (Università di Palermo)
Matteo Benussi, Giacomo Pasqualetto (sadlandscape) e il gruppo di studenti di antropologia (Ca’ Foscari-Ve), Il lavoro sul campo nella blogosfera

Seconda parte. I saperi alla prova del virtuale. Innovare i modelli di ricerca universitaria. Le ipotesi dei docenti, le domande dei blogger.
Ore 14,00 – 18,00
Moderatore: Mario Galzigna (heteronymos), Università Ca’ Foscari di Venezia (Epistemologia)
Telegrammi per immagini su Scritture in rete (Paolo Melissi, melpunk), Ibridaprosa e Ibridapoesia (Marco Saya), Storied@ibrido (Cristina Finazzi, modalogia)

Daniele La Barbera, L’identità e il virtuale. (Psichiatria, Università di Palermo)
Luciano Benadusi, I saperi esperti, il virtuale e l ’apprendimento sociale (Sociologia, Univ. La Sapienza, Roma)
Paolo Fabbri, Tracce dell’identità. La narrazione di sé e dell’altro (Semiologia, IUAV, Venezia)
Giacomo Festi, Avanti c’è Post! Un invito semiotico all’analisi dei post (Semiologia, IUAV Venezia)
Gianluca Ligi, Dalla connessione all'ibridamento: aspetti antropologici della relazionalità (Antropologia sociale, Ca' Foscari-Ve)
Pietro Barbetta, Ibridamenti: una “struttura che connette” ? (Psicologia dinamica, Univ. di Bergamo)
Conclusioni
Umberto Margiotta (Università Ca’ Foscari di Venezia)
· Università Cà Foscari di Venezia - Scuola di Dottorato in Scienze del Linguaggio, della Cognizione e della Formazione
· Università Ca’ Foscari di Venezia - Dipartimento di Studi Storici
In collaborazione con:
- LISaV (Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia)
- Dipartimento di Neuroscienze cliniche, Sezione di Psichiatria, Università di Palermo
- Facoltà di Sociologia, Università La Sapienza, Roma


Per ogni informazione supplementare, rimando al sito di ibrid@menti.

martedì 29 aprile 2008

Basta, mi arrendo!

Ieri pomeriggio un'amica mi ha avvertito con un sms che Alemanno aveva battuto inaspettatamente Rutelli. Da quel momento penso sempre a Manchester - Roma 7 - 1. E non perché sono romanista.

Questo risultato mi sa che mi pesa forse più di quello nazionale di due settimane fa. Sarà che guardo bene le foto e mi concentro sulle facce esultanti, sulle loro espressioni. Non dovrei limitarmi alle facce. Dovrei guardare anche i gesti. Ecco, i gesti. Allora non dovrei limitarmi ai gesti, dovrei starli a sentire. Io li ascolto bene, e non mi piace mica quello che sento.

Ad Ostia hanno subito distrutto una lapide delle Fosse Ardeatine e scritto "Il popolo di Ostia inneggia al Duce". Estremisti, si sa.

Un aereo ha sorvolato l'Istria lanciando volantini tricolori.

Nel porto di Trieste, due maiali hanno affondato un pattìno pieno di turisti austriaci.

Schifani è la seconda carica dello Stato.

Fini sarà la terza.

Saluti romani (che è molto trendy).

lunedì 21 aprile 2008

Italia Uno!

Paura paura paura paura allarme paura orrore paura paura paura paura emergenza allarme paura sicurezza paura paura paura paura paura immigrati paura paura paura paura paura paura paura albanesi paura paura emergenza paura paura rumeni paura rom paura paura paura allarme paura paura paura paura emergenza paura paura paura paura immigrazione paura abbiamo paura paura paura paura allarme paura che paura paura paura paura paura paura paura paura clandestini paura paura paura sicurezza paura molta paura paura paura paura un sacco di paura paura paura paura paura paura paura paura paura paura paura paura paura paura paura paura clandestini paura allarme paura emergenza paura paura paura paura rom paura paura paura paura paura paura paura paura immigrati paura paura paura orrore paura paura paura uh che paura paura paura paura paura paura paura paura abbiamo paura paura paura sicurezza paura paura sicurezza paura paura paura paura paura paura paura paura paura clandestini paura paura paura paura paura paura cogne tette culo figa cani che freddo (in inverno) che caldo (in estate).
Che schifo (sempre).


Per chi se lo fosse perso, ho fornito il riassunto del "tg" Studio Aperto degli ultimi 15 anni e pure quello dei prossimi 15.

venerdì 18 aprile 2008

Venezia, ieri

Miserabili. Io e Margaret Thatcher

Con Marco Paolini e i Mercanti di Liquore. Teatro Goldoni.


Miserabili è l'ideale continuazione di Album d'Aprile. Rugby, Donne, Politica, Terra trasmesso di recente anche in televisione. Dagli anni 70 si passa al racconto degli anni 80. Se nei primi regina è la politica, nei secondi lo diventa un'economia sempre più globale. Margaret Thatcher e Ronald Reagan sono i protagonisti della nuova stagione. Thatcherismo e reaganomics sono anche due neologismi coniati per nominare la deregulation nei mercati. In generale, i doveri verso la polis vengono sostituiti dalle obbligazioni spazzatura. Così, neanche S. Piero in Busa, la terra di Nicola, alter ego dell'autore, è immune dall'arrivo delle agenzie interinali, i pensionati stazionano ipnotizzati davanti allo schermo della banca che mostra le quotazioni, si comincia a comprare a rate, a perdere il noi e a concentrarsi sull'io. Colpa del primo Sony Walkman.

Marco Paolini è uno dei più grandi raccontastorie che possiamo contare in Italia. La musica, che è sempre importante nei suoi spettacoli, in questo caso ha lo stesso peso dei monologhi recitati. Devo dire però che dell'attore preferisco le performance in cui la musica se ne sta un po' in disparte, ad accompagnare appena la voce narrante. Pochi danno alla parola la capacità di evocazione che Paolini sa darle. Durante Il racconto del Vajont, alla fine, la telecamera indugiava sugli occhi gonfi di lacrime degli spettatori. Paolini sa incatenare/incantare lo spettatore alla storia e farlo muovere secondo i propri tempi. E, come avviene per ogni racconto che sappia ancora conservare la sua funzione magica, sa dare forma al tempo, sa trasformare il tempo disumano in un tempo abitabile, il Chronos che divora i suoi figli, in un Kairós in cui questi possano vivere e convivere. In cui possano ancora vedersi. Ascoltiamo Paolini come una volta gli uomini attorno al fuoco, sentendoci per qualche ora parte di una comunità. Come in tutto il teatro che si rispetti, la riflessione sull'uomo è anche spinta a un'azione diversa da come si concepiva prima della rappresentazione.

Il finale, prima dell'esilarante bis in dialetto veneto, è con La libertà di Giorgio Gaber e quella chiusa memorabile, "Libertà è partecipazione". Non esclusione. Non delega. Né affidamento a condottieri o cavalieri. Qui siamo già oltre gli anni 80, siamo all'oggi.

martedì 15 aprile 2008

irata

…ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario, mi trovo imbarazzato sorpreso ferito, per un irata sensazione di peggioramento, di cui non so parlare né so fare domande, cantava il Giovanni Lindo Ferretti prima della lobotomia, facendo eco a Pasolini, ecco come mi sento, anche se imbarazzato sorpreso ferito non dovrei esserlo più di tanto, forse solo per l’ampiezza del divario, ma è quell’irata sensazione di peggioramento che non sento da ieri sera ma da lungo tempo di cui veramente non so parlare né so fare domande, perché in testa mi si crea l’effetto nebbia di un canale televisivo mal sintonizzato, per cui non so da dove cominciare, e penso a quei quindici secondi nell’urna elettorale in cui ho deciso a chi dare il voto, e mi sembra impossibile quasi aver votato, un anno fa ero sicuro che mai più avrei legittimato nessun politico di quest’Italia almeno finché la natura non avesse fatto il suo corso e falciato un tre quarti di loro, ma poi invece non ce l’ho fatta a non votare – primi cinque secondi – e allora è stato un po’ come la tragedia greca, in cui qualunque decisione tu prendi sono cazzi, perché non esiste un’etica per uscire dal conflitto tragico se non tragicamente, e allora pensavo che se votavo PD contribuivo alla cancellazione della Sinistra e se votavo Sinistra contribuivo al ritorno dei barbari, non ve lo dico alla fine chi ho votato, che sono fatti miei e poi mi sono anche pentito, ma sarebbe stato lo stesso anche se avessi votato il contrario, mi sarei pentito ugualmente, e poi mi sono attaccato al computer e alla televisione che alla fine sono andato a letto all’una col mal di testa e mi sono messo a leggere fino alle due, Il paese mancato di Guido Crainz, che se uno si guarda indietro non potrà mai stupirsi che l’Italia voti a destra, ma questa mi sembra proprio una svolta di quelle grosse, che lasciano il segno, un segno grosso come quello lasciato da venticinque anni di tette e culi in televisione sul cervello italiota, solo che poi ascolto la dichiarazione di Diliberto, che ora bisogna tornare ai simboli, come quello che ho alle spalle dice rivolto alla falce e martello, e mi dico Diliberto lungimirante analisi, complimenti, alle prossime elezioni raccoglierai lo zero zero cinque per cento, che sommati allo zero zero tre di Ferrando, allo zero zero due di Sinistra Critica farà una tavolata da Gigi el Luganegher, in cui però sarà bello cantare Avanti Popolo tutti mbriachi, ziocane, mentre dall’altra parte i partitodemocratici adesso staranno riuniti nel loft, in un briefing del think tank, yes we can, we’re all living in a yellow submarine, ecco lo sapevo, che non sarei riuscito a parlare né a fare domande, ma solo a tenermi l’incazzatura e quest’irata sensazione di peggioramento…

Me dicen el desaparecido...







... pero esa ES la verdad.

lunedì 14 aprile 2008

De profundis...











Chi ha sbagliato, Pagliuca?

giovedì 10 aprile 2008

Berlusconi Silvio, tessera P2 n. 1816

Nella foto: Berlusconi viene presentato a Licio Gelli.


Voglio che mi sia riconosciuto: sono stato capace di resistere 4 mesi senza un post su Berlusconi. Però, visto che siamo in campagna elettorale, non fa male ricordare che il suddetto campione della libertà apparteneva alla loggia massonica Propaganda Due, meglio conosciuta come P2, i cui propositi non erano esattamente libertari.

Il cosiddetto Piano di rinascita democratica (sempre questa parola associata al suo contrario) elaborato fra il 1975 e il 1976 riteneva tra le altre cose necessario:

- rovesciare la "trimurti" sindacale;

- abolire lo statuto dei lavoratori;

- piazzare uomini "ben selezionati" nelle "posizioni chiave" dei partiti;

- sottoporre la magistratura al controllo del potere esecutivo;

- acquisire "alcuni settimanali di battaglia";

- riformare integralmente la Costituzione.

Coraggio, ancora un piccolo sforzo e poi ce l'avete fatta.

martedì 8 aprile 2008

se prima eravamo in 100...

... a cantar con le mondine, adesso vogliam esser 250 a cantar con le mondine!

Se qualcuno non l'avesse notato, il badge verde a latere ha da qualche giorno cambiato numeri. L'iniziativa 25 Aprile - Radici Resistenti del blog Mondine 2.0 - Di Madre in Figlia di sensibilizzare 100 bloggers per la Festa della Liberazione ha con largo anticipo raggiunto lo scopo. Per cui ora le mondine fanno un po' le sborone: puntano a 250 adesioni. Vogliamo deluderle? Lettori e bloggers di passaggio: diffondete il messaggio!

Leggi qui il primo post.

Oppure qui quello nuovo.

E qui la lista dei blog.

lunedì 7 aprile 2008

imperdibile

Félix de Azúa, Dizionario delle arti, Milano, Scheiwiller, 2008, pp. 333.

A distanza di tredici anni dalla prima edizione spagnola (Planeta 1995, poi Anagrama 2002) Scheiwiller pubblica la traduzione italiana del meraviglioso Dizionario delle arti di Félix de Azúa. Uno dei libri più intelligenti (e divertenti) che abbia mai letto.

In pratica sconosciuto in Italia, Azúa è da quarant'anni
in Spagna una figura fra le più importanti e influenti del panorama culturale. Poeta "novísimo" all'inizio degli anni '70, romanziere, saggista fra i più luminosi in circolazione, professore di estetica, Azúa possiede una episteme immensa ed eclettica accompagnata sempre da un'ironia disincantata. "Proprio perché non credo assolutamente in niente, non ho altro rimedio che usare l'ironia quando voglio esprimere una certa speranza o illusione. È una questione di pudore", rispondeva qualche anno fa in un'intervista. L'ironia "azuana", tuttavia, risulta una forma contundente di assertività.

Scrive l'autore nell'Introduzione all'edizione italiana:
"Questo libro […] nasce dall'inquietudine, dal disagio. Per esprimere la contraddizione tra il mio convincimento della serietà dell'Arte, e la consapevolezza che l'attuale fenomeno è solo una vendetta nei confronti della serietà dell'Arte non potevo utilizzare gli strumenti abituali del saggio. Per questa ragione, e approfittando di una congiuntura casuale, ho messo insieme un "dizionario" che permettesse di riunire, in successioni discontinue, come una serie di diapositive, frammenti a volte complementari, a volte contraddittori. Cercavo di evitare l'unità del saggio, la sua vocazione pedagogica. Mi sembrava più giusto chiarire fin dal principio che non c'era tesi, non c'era soluzione, non c'era risposta (certamente perché abbiamo dimenticato la domanda), ma solo una successione di frammenti a imitazione del modo con cui gli studenti di oggi accedono alla conoscenza: per mezzo di serie discontinue di immagini, informazioni, illustrazioni o YouTube. Di fatto, ma con grandissima modestia, ho seguito il consiglio di Walter Benjamin quando proponeva la tecnica del montaggio come strumento più appropriato per la conoscenza della società di massa. Questo dizionario è un montaggio di illuminazioni discontinue."

Buona lettura. Non ho dubbi.

giovedì 3 aprile 2008

monitoraggio

Franco Giordano (in alto sul trespolo) all’assemblea dell’Arcobaleno a Milano.







«Ma come [...] quando eravamo al governo non c'erano mai i soldi per fare nulla e adesso, in campagna elettorale, saltano fuori da tutte le parti. Noi proponiamo pensioni minime a 800 euro e salari legati all'inflazione reale calcolata in base a un nuovo paniere e con il monitoraggio di tre famiglie, al nord, al centro e al sud».
[Da “Il manifesto” del 30 marzo 2008: La Sinistra «operaia» contro l'illusione del Pd]

Mi è venuto subito in mente Kitchen Stories. Non so perché.

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