"Ho visto alla televisione per qualche istante la sala in cui erano riuniti in consiglio i potenti democristiani che da circa trent'anni ci governano. Dalle bocche di quei vecchi uomini, ossessivamente uguali a se stessi, non usciva una sola parola che avesse qualche relazione con ciò che noi viviamo e conosciamo. Sembravano dei ricoverati che da trent'anni abitassero un universo concentrazionario: c'era qualcosa di morto anche nella loro stessa autorità, il cui sentimento, comunque, spirava ancora dai loro corpi."
Pier Paolo Pasolini
"Corriere della Sera", 18 febbraio 1975; poi in Scritti corsari, Milano, Garzanti, p. 135.
8 commenti:
Non terrorizza il fatto che sia così attuale oggi?
bravo beppone! ...stavamo, io e il nostro s|a, precisamente commentando la straordinaria contemporaneità di Pier Paolo Pasolini proprio nei termini in cui ne parla Giorgio Agamben in "Che cos'è il contemporaneo" (Nottetempo, 2008).
A Pasolini avrebbero dovuto affidare la regia di "Todo modo", al posto di Petri. Ne sarebbe uscito senz'altro un capolavoro, con attori come Volontè e Ingrassia a disposizione...
@Beppone: un sacco di cose ancora attuali oggi terrorizzano. Per esempio, durante il cosidetto "boom" di fine anni 50 primi 60 gli stipendi italiani erano i più bassi d'Europa. Anche questo mi ricorda qualcosa...
@s·l: vada per "la straordinaria contemporaneità di Pier Paolo Pasolini", però "proprio nei termini in cui ne parla Giorgio Agamben" lo dicevi tu, perché quel libretto non l'ho ancora letto.
@lector in fabula: e purtroppo non ho ancora visto neanche "Todo modo" (ignoranza grassa) malgrado ce l'abbia anche da mesi nell'hard disc... Mentre leggevo quelle righe di Pasolini pensavo invece a un documentario di quegli anni recentemente riedito in dvd, "Forza Italia!" di Roberto Faenza. Da vedere.
@s|a: se non l'hai ancora letto ti consiglio di andare a vedere l'ultima goccia di s·l...
@s·l: l'ho già commentata... fantastico come sempre.
:-)
Ho visto alla televisione per qualche istante la sala in cui erano riuniti in consiglio i potenti che da circa sessant'anni ci governano. Dalle bocche di quei vecchi uomini, ossessivamente uguali a se stessi, non usciva una sola parola che avesse qualche relazione con ciò che noi viviamo e conosciamo. Sembravano dei ricoverati che da sessant'anni abitassero un universo concentrazionario: c'era qualcosa di morto anche nella loro stessa autorità, il cui sentimento, comunque, spirava ancora dai loro corpi.
@aditus: "continuità", in effetti...
;-)
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